martedì 6 novembre 2007

La camera blu secondo numero


Editoriale

Corpi e linguaggi

o corpo

Adele Nunziante Cesàro, A partire dal corpo: percorsi dell’identità

Valentina Boursier, Corpo e genere nel transessuale

Stefania Napolitano, L’altra scena. Destini del corpo isterico tra storia e psicoanalisi

Tiziana Plebani, I sentimenti: corpi, generi e storia

Adriana Valerio, Le donne e Gesù di Nazareth. Il corpo ritrovato

Materiali

Federico Sanguineti, Il corpo forcluso

Barbara Iuliano, Il corpo delle altre.

Vittime di tratta, sex workers, prostitute migranti

Eva Orlando, Il Corpo tra femminilità e mascherata:

alcune riflessioni su La femminilità come travestimento di Joan Rivière

Anna Zurolo, La parabola del corpo erotico: note sul sessuale in psicoanalisi

Giovanna Callegari, Il cinema dei corpi virtuali.

Differenza di genere nell’immaginario cybertecnologico

Federica Marcozzi, Il corpo della donna nell’era delle biotecnologie

Lucia Valenzi, Il “corpo imperfetto” come minaccia all’identità nazionale:

il programma “Eutanasia”

Maria Assunta Cuozzo, Tecniche del corpo, tecnologie del potere e

identità di genere nell’analisi archeologica delle necropoli

Interventi

Marco Meriggi, Identità mutevoli

(Travestimenti e metamorfosi. Percorsi dell’identità di genere tra epoche e culture a cura di Laura Guidi e Anna Maria Lamarra)

Maria Rosaria Pelizzari, Agli estremi del femminile: la mamma e la prostituta

(La legge del desiderio. Il progetto Merlin e l’Italia degli anni Cinquanta di Sandro Bellassai)

Romolo Runcini, (Il corpo e il mare di Anna Lemos)

Cristina Gamberi, (La donna sadiana di Angela Carter)

Floriana Briganti, Il volto sfigurato: la bellezza negata

(Sfigurata. La coraggiosa testimonianza della giornalista televisiva saudita massacrata dal marito di Rania Al Baz)

Giuseppe Caruso, Scambi di ruoli e corpi liminali nel cinema di Almodóvar

L’evidenziatore

Donatella Trotta, Corpi di donna, serpenti, piercing e morbide guance:

voci femminili dall’impero dei segni, dei sensi e del crossover

Femminismi postcoloniali e transnazionali

Wassyla Tamzali, Vi scrivo dall’altra parte del muro…

Laboratorio di ricerca interdisciplinare

Patrizia Cotugno, Una buona pratica scolastica

Paolo Vittoria, Le donne del “Barrio Dos Coelhos”

Genere e formazione

Giuseppe Ferraro, Il corpo a scuola

News

Annachiara Del Prete, Il GREC e la rivista Opinions

Laura Guidi, Che genere di saperi? Una giornata di studi sulla didattica scolastica

venerdì 9 marzo 2007

La storia di Filema

Filema è il gesto con cui si riconoscono gli amici, un'espressione, un segno, una parola antica, che non fu scelta a caso, perché nasceva dalla frequentazione di giovani studenti e docenti, nel corso di sere trascorse insieme intorno a un libro, formulando domande, ricercando ragioni, tempi e luoghi inattesi. Un'esperienza che si ripete da sempre nei racconti delle storie di lettere e filosofie. Tante volte è accaduto e tante volte accadrà. Saranno differenti le circostanze, le ore, ma avranno avuto e avranno ancora la stessa emozione e l'incanto della sera. Saranno uguali le ombre e i ricordi, le parole. Quelle letture racchiuse nella condivisione di una passione erano esercizi di sapere alla ricerca di strumenti nuovi per scavare l'impensato, quel che è documentato, scritto e da scrivere. Scoprivamo allora che di là della filologia del debito, per cui si restituisce un testo alle sue vicinanze storiche, c'è la filologia della voce, quella fatta a proprie spese e rischio, che consegna il libro al proprio tempo, allo scarto di tempi e generi differenti che corrono insieme nel mondo.
Chi ci vedeva dall'esterno, presi dalla passione di quell'interrogare e vedere dentro libri come fossero illustrazioni della mente, viaggi, passaggi e paesaggi di idee, avrebbe detto, come le guardie di Liside, che eravamo amici, proprio quando provavamo a dire dell'amicizia senza trovarne una definizione.
Sono stati anche momenti di esilio forzato. Ripiegamenti di passioni comuni a fronte del mondo lacerato da profitti selvaggi, esposto a cambiamenti profondi di cui si riusciva a vedere lo scambio di classi in razze e la libertà costretta a conflitti di confini. Non si capiva o non si poteva piuttosto o non si voleva né capire né che fosse così. Si preparavano nuove esclusioni e nuovi privilegi, nuove economie. Noi eravamo là, a perimetrare una lontananza, e a non volere. Forse la letteratura e la filosofia sono così. Ti fanno vedere e volere altre cose, insegnando a vedere altrimenti.

Poi è venuta Camerota, quella terra rossa che declina tra sentieri di gerani e ginestre, misurata dai passi che portano al mare nella distanza minima dei verdi ulivi. Il sole la raccoglie tra l'azzurro dell'acqua e del cielo. Camerota divenne una leggenda. Rischiò la poesia. L'incanto. Ma Camerota è stata un luogo d'istruzione e formazione, un seminario all'aperto, fuori dalle mura. L'incontro di parole diverse che provano ad incontrarsi fuori da recinzioni. All'aperto. La seconda settimana di giugno ci ritrovava al Villaggio Villamarina. È stato così per anni. Poi è venuta Filema, sono venuti i libri. Il piacere del testo. Le forme. La ricerca di un sapere fuori del sapere codificato. Un patto tra lettere e filosofie, liberando le une e le altre dalla storia della filosofia e della letteratura, per riscoprire generi e differenze. Filema è venuta cos&igrave. Non senza affanno. Una casa. Una casa di libri, editrice. Un'educazione sentimentale. Perchè la casa è un luogo di riparo e d'istruzione. Ha le sue maniere: uno stile. I libri poi sono anche degli oggetti di cura, perchè sono come l'involucro di quel che non si può più trattenere senza che sfugga ad ogni lettura. Filema è un progetto politico, che muove dall'esercizio di sè e dell'incontro con l'altro. L'attenzione alla differenza di genere ha avuto la parte principale. Il primo libro di Filema è Amore differenza mondo. Un'educazione sentimentale.

mercoledì 7 marzo 2007

Nel numero Giugno-Dicembre

Hanno contribuito a questo numero: Università degli Studi di Napoli Federico II, Polo della Scienze Umane e Sociali (Federico II), Assessorato Pari Opportunità e Consigliera di Parità della Provincia di Napoli, Istituto Banco di Napoli - Fondazione, BNL. Direttore responsabile: Donatella Trotta Comitato scientifico: Caterina Arcidiacono, Susan Bassnett, Remo Bodei, Marinella Miano Borruso, Rosi Braidotti, Adele Nunziante Cesaro, Mariella Ciambelli, Françoise Collin, Serena Dinelli, Adelina Sanchez Espinosa, Vita Fortunati, Giuseppe Ferraro, Antonia Fiorino, Dino Giovannini, Inderpal Grewal, Laura Guidi, Annamaria Lamarra, Gabriela Macedo, Simona Marino, Lea Melandri, Marco Meriggi, Claudia Montepaone, Mariella Muscariello, Maura Palazzi, Pauline Schmitt-Pantel, Ambra Pirri, Elisabeth Russell, Federico Sanguineti,Wassyla Tamzali, Adriana Valerio, Paolo Valerio. Comitato di redazione: Laura Guidi, Annamaria Lamarra, Simona Marino Il comitato scientifico ha sede presso il Dipartimento di Scienze relazionali dell’Università degli Studi di Napoli, Federico II, Facoltà di Lettere e Filosofia, Via Porta di Massa 1, 80133 Napoli. Sommario Editoriale Il tema: Le donne e la guerra Annamaria Lamarra, Vivere e scrivere la guerra Patrizia Caraffi, Christine de Pizan. Scritti brevi sulla guerra Materiali Giuseppe Ferraro, Tempo di guerra in stato di pace Francesca Marone, Joyce Lussu: una rigorosa passione Laura Guidi, Piccoli progetti utili. Una riservista in missione di pace in Afghanistan Interventi Laura Guidi (Guerra totale, di Gabriella Gribaudi) Annamaria Lamarra (La ragazza del secolo scorso, di Rossana Rossanda) Marco Meriggi (L’onore della nazione, di Alberto Mario Banti) Simona Marino (Tiergartenstrasse 4, di Pietro Floridia) Adele Nunziante Cesaro (Sharon e mia suocera, di Suad Amiry) Floriana Briganti (I miei giorni a Bagdad, di Lilli Gruber) Id. (L’altro Islam, un viaggio nel territorio degli Sciiti, di Lilli Gruber) Giovanna Callegari (La Sposa Siriana, di Eran Riklis) L’evidenziatore Federico Sanguineti, Il conto, per favore Femminismi postcoloniali e transnazionali Wassyla Tamzali, Le donne algerine nella guerra di liberazione Laboratorio di ricerca interdisciplinare Claudia Montepaone, Una ricerca interdisciplinare Maria Letizia Pelosi, Antigone Genere e formazione Angela Russo, Genere e didattica curricolare News Laura Guidi, Il Dottorato in Studi di Genere Manuela Scaramuzzino, Webgrafia Editoriale In una sera del 1618, una grande dame della nobiltà francese prende la matita e traccia sulla pagina il progetto di quello che sarà il nuovo Hotel de Rambouillet. All’interno delle sue mura, il palazzo di Caterine de Vivonne, marchesa di Rambouillet, accoglierà uno dei salotti letterari e mondani più celebri dell’epoca; tra le tante stanze, una più di altre esprime la personalità della padrona di casa: la sua camera da letto, voluta in azzurro e non nel consueto colore rosso o cuoio. È qui che riceve le amiche: donne come Madame de la Fayette, Mademoiselle de Scudery, Madame de Sévigné. Diventeranno per tutti “le preziose”, protagoniste della vita politica e culturale, e in primis di un mutamento che vede affermarsi una nuova soggettività femminile. Nella tranquillità della camera di Caterina, che è spesso malata e dal letto si intrattiene con le amiche, la conversazione si fa profonda e personale, lasciando emergere una visione condivisa della loro realtà di donne, in grado di modificare l’idea che ciascuna ha di se stessa. Quando ancora si bruciavano le streghe, questo gruppo di dame nell’intimità della rouelle – come viene chiamato lo spazio tra il letto e la parete – mette in discussione ciò che oggi chiamiamo l’universalismo identificato nel maschile e il maschile come auto-proiezione di uno pseudo-universale. Sono loro a riconoscere tra le prime la differenza tra l’immagine storica della donna e l’esperienza della donna reale, tra le prime a sostenere che le donne devono poter diventare qualcosa d’altro dall’essere “mogli dei loro mariti, madri dei loro figli, padrone della loro casa”. Insieme costruiscono un modello di autonomia intellettuale, capace di dare nuova dignità alla donna del XVII secolo, che il loro tempo non potrà non riconoscere. Abbiamo voluto chiamare la nostra rivista La camera blu per sottolineare il significato di una genealogia al femminile a cui la ricerca di genere aggiunge sempre nuovi capitoli che raccontano una storia dalle radici profonde, attraverso le quali rileggiamo la nostra esperienza e i nostri percorsi. La camera blu nasce da un’attività di ricerca e di didattica in cui siamo impegnate da anni; la proponiamo come spazio di rilettura dei discorsi che hanno significato l’esperienza, il vissuto culturale e sociale delle donne in un’ottica non separatista, focalizzata sulle relazioni tra i sessi, tra saperi e mentalità, fra tracciati culturali e forme istituzionali. La decisione di dedicare il primo numero ad una tematica controversa rispetto all’esperienza e alla scrittura delle donne, nasce dalle questioni di questo difficile inizio secolo e insieme dalla consapevolezza dell’impatto diverso che eventi traumatici come guerra e rivoluzioni hanno sugli uomini e sulle donne. Ancora una volta, la categoria del genere permette una comprensione più autentica della Storia e delle Storie, in contrasto con un’analisi storiografica tuttora riduttiva per quanto attiene alla condizione femminile. La rivista propone un approfondimento del tema monografico nella sezione Materiali, mentre recensioni di libri, mostre ed eventi culturali, dedicati ad argomenti diversi, fanno parte della rubrica Interventi. Femminismi postcoloniali e transnazionali presenta brevi saggi in traduzione sulla condizione delle donne nei paesi postcoloniali accompagnati da una riflessione critica, maturata negli ultimi anni in un serrato confronto tra i femminismi occidentali e le narrazioni delle donne del Sud del mondo. L’evidenziatore costituisce invece una breve e incisiva segnalazione di un aspetto relativo all’attualità connesso al tema. Nella sezione denominata Laboratorio didattico rientrano esperienze innovative dal punto di vista didattico e interdisciplinare come il seminario Antigone, riprese nelle pagine dedicate all’ambito scolastico in Genere e Formazione, osservatorio sull’inserimento della prospettiva di genere nell’istruzione scolastica e formativa. Conclude la rivista la rubrica News che intende fornire un calendario di eventi significativi in relazione agli studi di genere, nonché una banca dati dei siti di interesse in progressivo aggiornamento.